“Petite messe solenelle”
Gioacchino Rossini (Pesaro, 1792 – Parigi, 1868)
La “Petite messe solenelle” è considerata uno dei capolavori assoluti della letteratura sacra ottocentesca, composta nel 1863 da Gioacchino Rossini e definita dallo stesso “l’ultimo peccato mortale della mia vecchiaia”. Nell’ossimoro Petite – Solennelle esprime la sua chiave di lettura: solenne per le ampie proporzioni, comprende infatti tutte le parti ordinarie della liturgia, piccola in relazione al numero limitato di esecutori.
Opera misteriosa e intrigante quanto spoglia ed essenziale, essa apparve da subito una creazione radicalmente aliena dal trionfo romantico che dominava la scena musicale europea di quel periodo, priva di concessioni al melodramma, che Rossini aveva abbandonato quasi trent’anni prima e deliberatamente indirizzata verso una rarefatta ricerca di timbri puri.
“Buon Dio, eccola terminata la mia povera piccola Messa.
Avrò composto della musica sacra o della musica impertinente?
Tu sai bene che sono nato per l’opera buffa.
Poca scienza, un po’ di sentimento, ecco tutto.
SiI benedetto e conservami un posto in Paradiso!”
Gioacchino Rossini muore cinque anni dopo, il 13 novembre 1868
Versione per solisti, un pianoforte, harmonium e coro.
Ottetto vocale Lunaensemble di Sarzana (SP)
Ottetto vocale dei solisti in servizio presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna
Coro di voci bianche della scuola secondaria di primo grado “A. Balletti” di Quattro Castella
Guo Yiying, tenore
Federica Cipolli, pianoforte
Elisa Montipò, harmonium
diretti dagli allievi della classe di direzione di coro del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna:
Riccardo Barbarisi
Federico Fabbri
Antonio Lorenzoni