La quarta stagione pre-teatrale si apre con un capolavoro: I Carmina Burana di Carl Orff.
Il Festival Matildico Internazionale di Reggiolo ospita i Carmina Burana, in una versione intermedia tra quella originale per grande orchestra e quella per due pianoforti e percussioni.
Si tratta di un’elaborazione volta a conservare la maestosità del lavoro di Orff adeguandolo a spazi non in grado di ospitare una massa artistica così imponente.
I Carmina Burana di Carl Orff non hanno bisogno di presentazione.
Il celeberrimo intro “O Fortuna” è universalmente riconosciuto e inconfondibile, un brano diventato quasi POP e utilizzato per colonne sonore di ogni tipo a sottolineare atmosfere apocalittiche o epiche battaglie (dal film “Excalibur” del 1981 ai “Simpson”).
Ma i Carmina Burana sono molto altro: una ruota che, girando inesorabile, esplora le vicissitudini e il fato dell’uomo, la rinascita della primavera, inneggia ai piaceri del buon cibo e del buon bere, ma anche all’amore.
I “Carmina Burana” sono uno di quei titoli che infiammano qualsiasi pubblico: accorre per la sua introduzione e resta affascinato per tutto il resto.
L’orchestrazione è stata arrangiata da Luigi Pagliarini, direttore artistico del Teatro e creatore del “Rinaldi Consort”, per 15 strumenti: 2 pianoforti, flauto, oboe, clarinetto, fagotto, 2 corni, 2 trombe, trombone, contrabbasso e percussioni. Un coro di 60 elementi e 3 magnifici solisti, La DANZA, come voleva Carl Orff.
