La Locandiera


20 Marzo 2022
di Carlo Goldoni
spettacolo teatrale
PROSA

“LA LOCANDIERA”
di Carlo Goldoni

regia Erika Patroncini
con
Julia Rossi
Filippo Sassi
Erika Patroncini
Giovanni Fusilli
Ennio Cantoni
Alessandra Medici
Aldo Carboni

produzione Nuovo Teatro San Prospero | on Art

Le maschere, intese come personaggio, hanno una storia e una tradizione lunga che si tramanda da migliaia di anni.

Dalla maschera atellana, ai giorni nostri, passando attraverso la Commedia dell’Arte, i caratteri sono sempre precisi, ben individuabili e soprattutto veritieri. Con il passaggio dalla Commedia dell’Arte al teatro goldoniano c’è stato un profondo e netto cambiamento nella scrittura e nella rappresentazione della società: ogni personaggio, e ogni maschera, ha infatti l’intento di raccontare il proprio ceto sociale.

Capitani, servi, innamorati e vecchi sono le quattro figure principali che raccontano la nostra società, in particolar modo all’interno delle commedie.
Ogni personaggio cambia figura: cambia nel modo di comunicare e nel suo aspetto, ma non nella sua psicologia e di conseguenza nel ruolo che compie all’interno della comunità.

Tra capitan Spavento, il Cavaliere di Ripafratta e Ignazio Melone (il famoso vigile creato da Alberto Sordi), infatti, non ci sono grandi differenze. Tutti rientrano in un’unica scrittura che prende spunto dalla realtà. E così vale anche per i servi e soprattutto, nel caso de “La Locandiera”, per i vecchi che sono rappresentati dal Conte di Albafiorita e il Marchese di Forlimpopoli. Quest’ultimi rappresentano il decadimento e il potere economico. E come tali, normalmente vengono derisi e messi in ridicolo.

Al contrario, i personaggi comici come i servi (che qui si rispecchiano nel personaggio di Fabrizio) con la loro simpatia, la loro ironia tagliente e pungente divertono il pubblico narrando gli eventi così come realmente accadono.

Sono, in pratica, la voce sincera e oggettiva dei fatti, quella che in precedenza veniva identificata nella veste dei giullari. Queste voci sono le più realiste e spesso sono le stesse che si incontrano quotidianamente nella realtà.

I personaggi e le maschere sono dunque realmente esistenti, come la figura stessa della nostra locandiera. Un personaggio che con le sue contraddizioni e con la sua voglia di giocare è talmente vero da non poter essere solamente frutto dell’immaginazione dell’autore.
Come una donna emancipata dei tempi odierni, infatti, Mirandolina è un personaggio forte, autoritario, che forse causa la morte del padre, con una gran voglia di vivere e di giocare.

L’emancipazione, o meglio di desiderio di emanciparsi, lo si denota anche nei personaggi delle due commedianti Ortensia e Dejanira.
La locandiera è dunque un testo attuale per moltissimi versi che al contempo rispecchia anche il periodo storico in cui è stata ambientata.
Il popolo ai tempi di Goldoni definiva le attrici donne come persone poco affidabili, ingannevoli, che giocavano con l’altro sesso per ottenere vantaggi. Ed è proprio questa credenza che ripercorre interamente l’opera alimentandola totalmente con inganni e fraintendimenti.

Tutti i personaggi indossano maschere ben caratterizzate: il Conte e il Marchese sono due buffoni che rispecchiano l’alta società decaduta, il cavaliere ipocrita e ingannevole mente soprattutto a sé stesso, e infine il cameriere Fabrizio rispecchia il popolo. Quest’ultimo grazie alla sua natura, è indubbiamente il personaggio più crudo e di conseguenza più sincero e onesto di tutta la vicenda.

La Locandiera proposta da Nuovo Teatro San Prospero, è aderente e fedele al testo originale.

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